Carri armati a Termini Imerese? No grazie

Soffiano venti di guerra ai confini dell’Europa ed è partita la corsa al riarmo, anche in Italia.

C’entra qualcosa con Termini Imerese? Purtroppo si.

Come ormai siamo abituati, tutto ciò che è indesiderato altrove, gira e rigira, rischia di atterrare a Termini Imerese, alla disperata ricerca di una soluzione alla più che decennale crisi ex FIAT. pazienza se non rispetta i canoni della “sostenibilità”, tanto decantata nelle campagne elettorali.

Il 15 settembre scade il termine del bando della Regione Siciliana per rilevare il complesso della Blutec. PARE CHE TRA LE VARIE IPOTESI DI INVESTIMENTO SUL COMPLESSO BLUTEC, SI STIA IPOTIZZANDO ANCHE QUELLA DI REALIZZARE UNA FABBRICA DI CARRI ARMATI.

Per come emerso dalla risposta del sottosegretario alla Difesa, Isabella Rauti, ad una specifica interrogazione in parlamento, il riarmo italiano si concretizzerà anche con l’acquisto di carri armati tedeschi Leopard 2, prodotti da Krauss-Maffei Wegmann e Rheinmetall, dal costo di 4-6 miliardi di euro. UNA CIFRA ENORME.

Da ormai più di un mese diversi organi di stampa, dalla Sicilia al quotidiano Domani, nonché l’autorevole RID (Rivista Italiana Difesa), hanno diffuso la notizia, attribuita al Presidente della commissione Difesa della Camera, il siciliano Nino Minardo, di localizzare LA PRODUZIONE DEI CARRI ARMATI LEOPARD 2 in Italia, meglio in Sicilia e, meglio ancora, a Termini Imerese, PRESSO LO STABILIMENTO DISMESSO DELLA EX FIAT. Nell’area industriale di Termini Imerese, i produttori tedeschi godrebbero anche degli incentivi delle aree ZES (Zone Economiche Speciali).

Qui di seguito il link ad alcuni articoli comparsi nelle scorse settimane:

https://www.editorialedomani.it/fatti/sicilia-e-sardegna-piu-industrie-belliche-sulle-isole-ma-la-crescita-resta-un-miraggio-ise5unjq

https://www.editorialedomani.it/fatti/la-corsa-al-riarmo-non-garantisce-piu-posti-di-lavoro-i3l51mkd

Finora pare che la notizia non abbia suscitato molte reazioni. Probabilmente il periodo agostano favorisce il torpore e l’assuefazione alle “sparate” dei governanti e dei fautori del “militarismo”. Ma non tutti sono disposti a tacere.

Noi del Comitato Città Porto per un futuro sostenibile diciamo:

CARRI ARMATI A TERMINI IMERESE? NO GRAZIE

Ma diciamo anche NO A QUALUNQUE ALTRA LOCALIZZAZIONE.
Ecco i perché:

  • Perché lo sviluppo delle aree di crisi deve essere principalmente sostenibile sul piano ambientale, sociale, economico (così affermano tutti i documenti di programmazione regionali, nazionali, europei). La produzione di carri armati rappresenta tutto il contrario della sostenibilità.
  • Perché il superamento della crisi produttiva di varie aree del paese non può basarsi sul cinico presupposto che ci siano guerre in corso e sul presupposto, ancora più cinico, che permanenti siano le guerre e non la pace.
  • Perché le spese militari sottraggono enormi risorse ai veri bisogni della gente che vuole vivere in pace, senza tagli alle spese sanitarie, senza riduzioni dei servizi sociali, senza rinunciare alle spese per la scuola e la cultura.
  • Perché le spese militari, che fanno guadagnare l’industria bellica privata, in questo caso tedesca, sarebbero a carico della gente che paga le tasse (le agevolazioni fiscali in area ZES).
  • Perché vogliamo strenuamente affermare lo spirito della Costituzione che parla di pace nella forma di ripudio di ogni guerra.

Su questi temi auspichiamo il massimo coinvolgimento e pronunciamento della gente. Auspichiamo inoltre che gli organi di governo, di ogni grado e di ogni paese, riconsiderino le posizioni, sinora rivolte al sostegno della guerra, per adottare iniziative concrete nella direzione di una soluzione pacifica della guerra in Ucraina e per tutte le guerre del mondo.

Il 9 agosto scorso, sugli argomenti della militarizzazione del territorio della Sicilia si è dibattuto ad Augusta, ad una manifestazione promossa dalla Rete delle associazioni siciliane aderenti al Patto per la difesa della Sicilia, al fine di condividere informazioni e pratiche per uscire dall’isolamento delle battaglie locali. Anche il Comitato Città Porto per un futuro sostenibile ha aderito.

Per concludere ci piace affermare con Bertha von Suttner, premio Nobel per la pace nel 1905: “FUORI LA GUERRA DALLA STORIA”.

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